Il virus dei parrucchieri…

2 Aprile 2021 - - Autore @ Marta Jaconisi

Il virus dei parrucchieri, ci risiamo: servizi per la persona sacrificati e così, causa pandemia, centri estetici e parrucchieri restano chiusi in zona rossa. L’ultimo dpcm (atto amministrativo), ha sospeso nuovamente queste attività nelle zone considerate a maggior rischio e il prossimo pare non sarà più clemente.

È proprio in vista del 7 aprile che alcune associazioni sindacali come Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno lanciato su scala nazionale un’iniziativa in favore delle imprese del settore benessere: è online infatti la petizione per far sì che, anche in zona rossa, i professionisti interessati possano riaprire legalmente.

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il virus dei parrucchieri

Sì, perché scopo non secondario della mobilitazione è anche la storica lotta all’abusivismo, che non solo approfitta del momento per sottrarre lavoro ai colleghi operanti in maniera legale, ma soprattutto non garantisce quelle misure di sicurezza che i saloni di estetisti e parrucchieri sono tenuti a rispettare.

È innegabile la frustrazione nel vedere la propria attività chiusa dopo aver garantito ogni possibile misura sanitaria per contrastare la circolazione del virus, mentre i porta-a-porta continuano a operare indisturbati.

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Secondo i dati di Confartigianato, il tasso del lavoro irregolare sarebbe in Italia in media il 30% nel settore benessere, con un ricavo contendibile di oltre il 50% sul territorio nazionale.

Un disastro, insomma, acuito certamente dalle più recenti chiusure.

Per quando condivisibili le misure restrittive, infatti, gli effetti collaterali devono in qualche modo essere affrontati, perché non basta volgere il capo altrove per eliminare il problema.

Nei vari report sull’economia colpita dalla pandemia si registra lariduzione inevitabile per le famiglie di determinate spese, tra cui certamente anche il ricorso a servizi come quelli di barbieri, parrucchieri ed estetisti.

Tali sconfortanti dati, insieme all’evasione fiscale del lavoro nero, la scarsa qualità dei servizi offerti dagli abusivi e la sicurezza che non può essere garantita non fanno che affondare ancor più non solo l’umore, ma anche i ricavi del settore benessere.

Confartigianato dichiara le perdite nel settore ammontanoa più del 33% in meno nel 2020, cioè oltre 2 milioni di euro.

Ma i numeri non sono mai solo numeri: sono persone che vivono la crisi ogni giorno e devono farci i conti, sono difficoltà economiche e reali, che non potranno essere ignorate per sempre.

virus parrucchieri

E certo che, con tali pensieri, sarà difficile vivere in piena serenità la prossima Pasqua. Ancora una volta.

Il lavoro non è un reato ricordiamocelo.

Fonte: https://www.confartigianato.it/

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