Vivi Salento…
24 Giugno 2020 - - Autore @ Marta Jaconisi
Dopo aver intrapreso un lungo viaggio verso il lontano Oriente, alla scoperta di storie e tradizioni con focus sulle acconciature, è giunto il momento di fare una pausa.
Col caldo che inizia a salutare quest’estate un po’ anomala, sembrerebbe una buona idea bagnarsi i piedi in riva al mare, magari nella pittoresca cornice delle grotte otrantine, o sulle bianchissime spiagge gallipoline…
Sembrerebbe un sogno e, per una volta, è assolutamente raggiungibile!
Ma oltre che scenario perfetto per vacanze indimenticabili, il Salento è anche terra di tradizioni, di storie in bilico tra magia e stregoneria, illusioni che si mescolano alla realtà.
È la terra del primo romanzo gotico “Il Castello di Otranto” di Walpole, di Carmelo Bene, delle illuminatissime feste patronali. È la terra della Taranta.
Se avete mai avuto modo di vedere qualcuno che balla la pizzica pizzica, difficilmente ve ne sarete dimenticati.
Avrete ancora nel cuore quel ritmo saltellante, le voci armoniose, quasi ipnotiche, i piedi che si muovono come su sabbia bollente, i capelli delle donne che si spargono in aria inseguendo il corpo che si affretta dietro alle note del tamburello…
Insomma, il ballo tradizionale che risuona tra le stradine dei paesi salentini è certamente un ricordo indelebile per chi lo ha vissuto

Eppure, la pizzica con i suoi ritmi frenetici non è solo un ballo tradizionale: le sue origini pare risalgano alla convinzione che proprio grazie ad essa potesse essere esorcizzata quella forma di patologia isterica denominata “tarantismo”.
Nelle zone della penisola salentina, infatti, si credeva che il morso dei ragni (in particolare delle tarantole, appunto) provocasse nelle donne una malattia con sintomi simili a quelli dell’epilessia, che la danza sfrenata poteva guarire. Da questo sarebbe poi nata la pizzica pizzica come “cura” al tarantismo.

In realtà, le ricerche hanno smentito che il morso delle tarante potesse provocare qualcosa del genere, e si trattava piuttosto di fenomeni dalle origini più psicologiche, dovute spesso alle dure condizioni di vita che le donne dovevano sopportare.
Nonostante in fenomeno del tarantismo sia praticamente scomparso, quello che ci è rimasto è una danza decisamente intrigante, la pizzica, appunto, e vi sfido a togliere gli occhi di dosso a chi la balli!
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Gli uomini e le donne che vi si cimentano, da soli o in coppie, si muovono con movimentiforsennati, eppure eleganti, sinuosi, da cui è quasi impossibile distrarsi, al ritmo perlopiù di tamburelli e violini indiavolati.
E se da una parte gli uomini sono tenuti a dimostrare in maniera più evidente la loro forza, le donne, con i loro foulard, le loro gonne e gli enigmatici fazzoletti.
Si mostrano stuzzicanti e piene di segreti che ciascuno vorrebbe conoscere. D’altra parte.

E per i più curiosi, che c’è di meglio di una vacanza dopo un periodo tanto stressante?
Una piccola pausa relax in un sogno movimentato da balli e suoni, che nel Salento animano l’estiva “Notte della Taranta” e che riportano a tradizioni dalle radici profondi eppure sempre inconfondibilmente attuali per capire il presente figlio del suo passato.
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